
Piovene, giornalista e scrittore italiano che con i suoi scritti attraversò le due metà del Novecento, in una delle opere dedicate alla sua Patria descrisse la Basilicata come una Regione capace di sprogionare attraverso le sue strettoie una intelligenza aguzza, asciutta ed effettiva.
I Lucani, diceva, sono gente fiera, un popolo che ha saputo mantenere la propria identità e cultura basata su solide tradizioni, sul carattere ospitale e orgoglioso, ostinato e determinato.
Né le dominazioni, né le influenze politiche, né i disastri naturali sono riusciti a sopraffarli; di fronte a ogni difficoltà, a ogni caduta, hanno sempre trovato la forza di rimettersi in piedi. Innamorati della loro terra, quando costretti hanno combattuto strenuamente per difenderla e, anche quando costretti a lasciarla, non ne sono mai veramente lontani, né la dimenticano.
La Lucania ha dato alla luce ed è stata la culla di poeti, letterati, filosofi, giuristi, storici e intellettuali, fin'anche di medici, compositori, ricercatori, e ha ispirato e incuriosito ricercatori, archeologi e storici.
La Basilicata è un inesauribile osservatorio sociale e culturale, ricco di rituali, valori e folklore, il cui particolare più caratteristico, più bello, è rappresentato dalle feste e le usanze popolari che, ancora oggi, rivestono un ruolo di coesione importantissimo, capace di richiamare persino gli emigranti lontani.
Tra gli esempi che è possibile portare c'è il Maggio di Accettura, un rito propiziatorio tipicamente pagano e di origini antichissime, in cui un albero viene abbattuto e portato al centro del paese, dove sposerà, spogliato di rami e corteccia, un albero più giovane che gli verrà innestato sulla cima.
A Potenza, invece, la celeberrima Sfilata dei Turchi, pur nascendo da una leggenda a sfondo religioso, è chiaramente ispirata alla storia della Basilicata, e narra di una notte di maggio in cui dei pirati saraceni risalirono il Basento e attaccarono la città, cacciati grazie all'aiuto di Angeli inviati dal Patrono del capoluogo, San Gerardo, che in vita fu vescovo di Potenza.
In luglio, a Matera, una festa che si svolge da oltre 600 anni ringrazia la Madonna della Bruna, ispirata anch'essa dalla leggenda di una donna poverissima e bellissima che, nei pressi di Matera, chiese un passaggio a un contadino. La donna, rivelatasi poi come la Madonna, chiese al buon uomo di consegnare un messaggio al vescovo della città che, quando si presentò ad accoglierla, trovò al suo posto una statua su di un carro trionfale, che, per essere salvata da soldati con l'intento di sequestrarla, fu fatta a pezzi dalla popolazione, e ognuno degi abitanti ne conservò un frammento.
A Barile, per il Venerdì Santo, è tradizione da ormai quattro secoli che si ripetano i Misteri della Passione, dalla Via Crucis fino alla veglia funebre.
E centinaia ancora sono le celebrazioni e le festività, grandi e piccole, che ogni anno arricchiscono la vita dei Lucani e dei visitatori di questa splendida terra.
Raccontare l'immensità del folklore lucano nel suo completo sarebbe pura utopia, tanto è vasto e particolareggiato, abbracciando secoli di storia, dai riti arborei, ai motivi religiosi e pagani, intrecciandosi fortemente con la tradizione enogastronomica locale.
L'unico modo per apprezzare e godere di quanto la Lucania ha da offrire è visitarla e viverla.